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Turismo Appennino: a Modena e Reggio Emilia tornano stranieri

24 Agosto 2023 Stampa

Per la maggior parte degli operatori la stagione sta andando bene, le prenotazioni ci sono e i turisti, anche stranieri, stanno riscoprendo il piacere della montagna: non mancano comunque le criticità, ma vanno affrontate con un approccio ancora più attento al cliente e a un servizio al passo coi tempi. Non mancano strutture ricettive che portano avanti questo approccio moderno, il nostro compito è quello di accompagnare gli imprenditori del settore in questo necessario salto di qualità.

Daniele Casolari, segretario Licom, commenta positivamente l’agosto vissuto dall’Appennino modenese e reggiano. Il nostro ufficio studi ha svolto un’analisi sul turismo estivo vissuto dai territori delle due province relativamente al 2022 e parallelamente intervistando gli operatori del settore per conoscere il trend di questo agosto 2023.

Turismo estivo in Appennino, l’analisi per le vette modenesi

Nel 2022 si sono registrate oltre 282mila presenze nei comuni montani, il 24,6% in più dell’anno precedente. Sono stati inoltre recuperati i livelli del 2019, ultimo anno di normale afflusso turistico (+2,4% 2022 su 2019, meglio del -0,7% provinciale).

L’Appennino ha comunque affrontato meglio del restante territorio la crisi pandemica, infatti il calo del flusso turistico si è fermato a un -29,9% nel primo anno di pandemia (contro il -47% della provincia di Modena). Questo calo più moderato è in parte dovuto al fatto che la montagna modenese è frequentata prevalentemente da connazionali, limitandosi ad ospitare stranieri solo nel 6,5% dei pernotti.

Questo è un fattore positivo nel momento che la componente straniera è quella che ha subito le limitazioni più drastiche negli ultimi anni (-25% di pernotti stranieri nel 2022 rispetto al pre crisi in montagna), anche se negli ultimi 10 anni in montagna è aumentato il numero di cittadini stranieri, cresciuti del 10% arrivando a rappresentare l’11,6% della popolazione totale a inizio 2023.

Turismo estivo in Appennino, l’analisi per i territori reggiani

Nei primi 11 mesi del 2022 nelle montagne del reggiano si sono registrate 6.107 pernotti di stranieri su 78.785 pernotti totali: il 7,8% degli stranieri in provincia, inoltre, visita l’Appennino, dove però il 94,5% dei pernottamenti dipende da turisti italiani (in provincia è l’81,1%). Il turismo segna un +47,1% rispetto al 2021, ma un -12,4% sul 2019. Le aree dell’Appennino reggiano offrono 71 attività ricettive (il 16,8% della provincia) di cui 18 alberghi: oltre 120 imprese nell’indotto artigianato sono coinvolto dalla domanda turistica.

Daniele Casolari prosegue:

Parlando in generale, si può affermare che il mese di agosto, complice anche un meteo favorevole, ha contribuito a ripopolare le nostre zone dell’Appennino, con persone che si sono recate in montagna per ripararsi dal caldo delle città e rifugiarsi al fresco. Oltre ai turisti italiani, nelle nostre aree stiamo assistendo a un ritorno di tedeschi, polacchi, austriaci e, per la prima volta, incontriamo anche spagnoli che hanno deciso di visitare le nostre montagne. Sicuramente un aspetto da cui non possiamo esimerci è la necessità di implementare i servizi: aumentare l’offerta aiuterà a richiamare ancora più persone, pensiamo anche alle famiglie che rappresentano un target fondamentale per il nostro Appennino e che in questa stagione hanno fatto registrare un calo rispetto agli ultimi anni.

Casolari affronta i problemi in modo analitico:

Ci sono responsabilità da parte delle amministrazioni e altre degli operatori, è importante far sì che tutto il comparto vada verso un generale miglioramento, come certamente accade già ora ma non sempre in maniera integrata. Penso, molto concretamente, a sinergie per iniziative serali in favore dei turisti, escursioni con guide specializzate, parchi giochi per famiglie. Attraverso sinergie fra amministrazioni comunali, imprenditori e associazioni locali si possono ottenere risultati significativi e, anche, coinvolgere una nuova leva di imprenditori che investano in Appennino. Ci sono esempi virtuosi, di rapporto tra amministrazione e imprenditori, che stanno dando risultati incoraggianti, questa strada va perseguita.

E infine conclude:

È necessario ripensare l’offerta. Un aspetto su cui puntare in modo ancora più consistente è quello del turismo sportivo: tantissime squadre, di calcio ma anche di pallavolo, basket e altre discipline, effettuano il ritiro pre stagione in montagna. Se adeguiamo l’offerta sportiva possiamo richiamare anche società da fuori provincia e, perché no, anche da fuori regione. Non si tratta, soltanto o semplicemente, di avere misure di sostegno per la riqualificazione degli impianti e dei servizi, che pure sono necessarie, ma anche di un processo globale e di mettere in campo idee innovative per far scoprire e riscoprire la bellezza di una vacanza in Appennino.

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