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Servizi alla persona: abusivismo alto e forte ritardo della ripresa

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22 Dicembre 2022 Stampa

L’analisi dei dati dei conti nazionali evidenzia che il comparto che presenta il maggiore ritardo nella ripresa post pandemia è quello dei servizi alla persona.

A settembre 2022 il valore aggiunto nelle attività artistiche, di intrattenimento e divertimento, riparazione di beni per la casa e altri servizi rimane dell’11,7% inferiore al livello del 2019, con un calo cumulato di 1,8 miliardi di euro. Il totale economia segna invece un recupero dello 0,8%. In questo settore, infatti, è più elevata la presenza di indipendenti irregolari, con una quota che arriva al 27,6%, di oltre undici punti più elevata rispetto al 16,0% dei Servizi.

L’abusivismo è a tutti gli effetti un fenomeno virale e pericolosamente strutturato che espone alla concorrenza sleale di operatori abusivi che si spacciano per imprenditori oltre 700 mila imprese regolari. In particolare ciò avviene nei settori dei servizi quali benessere, autoriparazione, impianti, edilizia, giardinaggio, trasporto persone e merci, comunicazione.

La concorrenza sleale degli abusivi è un fenomeno sottovalutato che grava in modo rilevante sulle casse dello Stato, sulle dinamiche retributive, sulla crescita dimensionale delle imprese, influenzando le politiche di riduzione della pressione fiscale. Serve un’intensificazione delle segnalazioni e dei controlli da parte delle autorità competenti, mentre vanno unite le forze del mondo della rappresentanza d’impresa per contrastare il fenomeno, come si è verificato nella lotta alla contraffazione e all’italian sounding.

Per tutti questi motivi nel 2022 abbiamo lanciato una campagna di informazione contro l’abusivismo dal titolo Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani e, in parallelo, è stata pubblicata un’analisi sullo spiazzamento delle attività legali da parte del sommerso.

I dati del sommerso e la concorrenza sleale dell’abusivismo in Emilia Romagna

  • 61.200 unità indipendenti non regolari (9.400 a Modena e 7.000 a Reggio Emilia)
  • 10,7% tasso di irregolarità del lavoro indipendente
  • 208 mila occupati non regolari
  • 3,9% quota valore aggiunto generato da impiego lavoro irregolare
  • 55.300 imprese artigiane che operano nei settori maggiormente sotto pressione per la concorrenza sleale dell’abusivismo (8.340 a Modena e 8.090 a Reggio Emilia)
  • 88,9% peso percentuale dell’artigianato sul totale delle imprese dei mestieri maggiormente sotto pressione per la concorrenza sleale
  • 44,3% quota artigianato emiliano romagnolo che si concentra nei mestieri maggiormente sotto pressione per la concorrenza sleale

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