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Moda, export modenese in calo e rischio contraffazione

3 minuti di lettura
12 Settembre 2016 Stampa

Sono le piccole imprese di subfornitura le più colpite dalla mancata tutela del 'full made in Italy'

Modena soffre nell'export del settore moda (nel primo trimestre 2016, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, le esportazioni sono calate del 4,2%), ma questo comparto resta fondamentale per il nostro territorio. I dati emergono da una ricerca del centro studi Confartigianato Lapam sul 'sistema Moda'. Nel settore si conferma la leadership europea dell’Italia, primo Paese esportatore con vendite all’estero per 55,4 miliardi di euro, che superano i 53,4 miliardi della Germania, ma sull’export gravano le minacce di una scarsa tutela del ‘made in’ e della contraffazione e, per i nostri territori, anche i problemi causati dall'embargo della Ue nei confronti della Russia per le tensioni con l'Ucraina.

Una specifica minaccia alla tutela di un prodotto ‘full made in Italy’ proviene dalle intersezioni produttive nelle filiere globali: nei settori a maggior concentrazione di micro e piccole imprese il 18,1% del fatturato delle imprese estere a controllo nazionale è esportato in Italia, a fronte dell’8,2% per gli altri settori del manifatturiero e del 9,9% per il totale delle imprese manifatturiere. L’allungamento delle filiere spiazza il lavoro delle piccole imprese di subfornitura: tra il 2011 e il 2016 sale di 10 punti la quota di medie imprese con principali fornitori esteri mentre scende di 13 punti la quota con principali fornitori che lavorano nello stesso territorio. In pratica senza il 'full made in Italy' non si garantisce il lavoro alle imprese locali e si disperde un patrimonio di saper fare tipico delle nostre imprese.

L’Italia è al secondo posto nel mondo per danni da violazioni dei diritti di proprietà derivanti dalla contraffazione

Una seconda criticità proviene dalla contraffazione. L’Italia è al secondo posto nel mondo per danni da violazioni dei diritti di proprietà derivanti dalla contraffazione. L’impatto economico della contraffazione sui settori del comparto moda – composto da abbigliamento, accessori e calzature, gioielleria e orologi, borse e valigie – consiste in minori vendite per le imprese italiane per 9.888 milioni di euro e una perdita di 88.467 posti di lavoro. Nei settori esposti alla contraffazione operano 63.025 imprese artigiane, pari al 19,8% dell’artigianato manifatturiero italiano, che danno lavoro a 188.901 addetti pari al 19,2% degli occupati del settore manifatturiero. A Modena questo dato è nettamente superiore alla media nazionale: sono bel il 27,9% le imprese manifatturiere della nostra provincia a rischio contraffazione.

Cresce anche la contraffazione online

Triplica la quota di sequestri di merci trasportate con corriere espresso e posta, i vettori tipici dell’e-commerce, che passa dal 5,7% del 2010 al 16,3% del 2014. In Italia sono potenzialmente esposti al rischio di acquistare online prodotti contraffatti 3.125.000 utenti Internet, il 37,1% del totale, che hanno acquistato online abbigliamento e abiti e articoli sportivi.

Tra le politiche di tutela del made in Italy assume una grande importanza l’informazione al consumatore finale mediante l’etichettatura. In Italia sono applicate 51 etichette al secondo su 1.621.293.382 capi di abbigliamento prodotti nel 2015.

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