Fanno un servizio essenziale in zone dove non ci sono altri istituti. Sopperiscono a carenze delle amministrazioni pubbliche soprattutto nelle scuole materne, supportano le famiglie con programmi personalizzati che vengono incontro a esigenze specifiche. Sono le scuole paritarie (cattoliche o laiche che siano) che in questa fase sono state, per così dire, dimenticate dai provvedimenti per ripartire dopo il Covid 19.
La scuola, in questo frangente, sembra un po’ figlia di un dio minore ma le paritarie sono addirittura l’ultima ruota del carro, quella che non viene proprio considerata. Eppure, pensando soltanto ai nostre province, ci sono paritarie che servono territori scoperti dall’offerta formativa, che colmano lacune e che sono semplicemente fondamentali. Eppure il governo sembra non essersi accorto di quanto sta accadendo: ci sono materne, elementari, medie, superiori e centri di formazione che chiuderanno, lasciando a spasso famiglie e soprattutto bambine e bambini, ragazze e ragazzi, di cui lo Stato dovrà poi farsi carico con un aggravio di spesa. Non sarebbe nettamente più logico intervenire ora, sostenere queste realtà e lasciarle vivere? Non si tratta soltanto (e ce ne sarebbe già d’avanzo) di garantire il pluralismo e la libertà di scelta delle famiglie, ma anche di applicare in modo pieno quel principio di sussidiarietà di cui tanti si riempiono la bocca ma che, alla prova dei fatti, troppo spesso viene disatteso.