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Via alla nuova normativa europea sulla sostenibilità delle imprese

23 Gennaio 2024 Stampa

Con l’entrata in vigore della Direttiva 2022/2464, nota come “Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD”, il panorama della rendicontazione aziendale ha subito un significativo cambiamento. Questa normativa, operativa dal 5 gennaio 2023, sostituisce la precedente “Non Financial Reporting Directive – NFRD” e introduce nuovi standard europei di rendicontazione della sostenibilità (ESRS). In questo articolo esaminiamo le principali novità e le implicazioni per le imprese.

Adeguamento alle nuove disposizioni

A partire dall’anno fiscale 2024, le imprese europee devono adeguarsi alle disposizioni della CSRD. Questo adeguamento è legato alle dimensioni aziendali, con una particolare attenzione alle tempistiche e agli obblighi specifici che variano in base alla grandezza dell’impresa.

Espansione del campo di applicazione

La CSRD amplia notevolmente il campo di applicazione della rendicontazione sulla sostenibilità. Mentre la normativa precedente coinvolgeva circa 11.600 imprese in Europa, la CSRD porterà questo numero a 49.000, di cui quasi 7.000 solo in Italia. Le piccole e medie imprese quotate saranno coinvolte a partire dal 2027, con la possibilità di ritardare l’adesione di due anni, giustificandola adeguatamente.

Proposte EFRAG per le PMI

L’EFRAG sta proponendo standard volontari per le piccole e medie imprese che non rientrano nell’ambito della CSRD. Questo sforzo mira a fornire un supporto proporzionale e semplificato, creando punti di riferimento per i finanziatori e agevolando il percorso di sostenibilità delle PMI non quotate.

Standard ESRS e Focus ambientale

Gli ESRS si compongono di standard “trasversali” e specifici, coprendo cinque ambiti ambientali, quattro sociali e uno di governance. Le imprese dovranno prestare particolare attenzione all’inquinamento, alle risorse idriche, alla biodiversità, all’uso delle risorse e all’economia circolare, oltre al cambiamento climatico.

Posizionamento dell’Italia e report ambientale

Le aziende italiane si collocano al 14° posto su 32 Paesi analizzati in termini di divulgazione sull’impatto ambientale. Pur superando Spagna, Francia e Norvegia, l’Italia si trova sotto Austria, Germania e Paesi Bassi. Le imprese italiane sembrano focalizzarsi maggiormente sull’uso delle risorse e sull’economia circolare, ma c’è spazio per migliorare la divulgazione sull’inquinamento.

Marcatura digitale e ESAP

La CSRD introduce l’obbligo di redigere il bilancio e la relazione con una marcatura digitale, strettamente connessa all’implementazione del “Punto di accesso unico europeo” (ESAP). Questa innovazione digitale migliorerà la trasparenza e l’accessibilità delle informazioni aziendali sulla sostenibilità.

La CSRD rappresenta una svolta nella rendicontazione aziendale, ponendo una maggiore enfasi sulla sostenibilità. Le imprese europee devono prepararsi adeguatamente per rispondere alle nuove esigenze, cogliendo al contempo le opportunità che la sostenibilità offre. Il cammino verso una maggiore trasparenza e responsabilità ambientale è ora una priorità, e la CSRD è il catalizzatore che spingerà le imprese a raggiungere nuovi standard di eccellenza sostenibile.

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