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Rete Imprese della Val d’Enza favorevole alla fusione di Gattatico, S.Ilario d’Enza e Campegine

3 minuti di lettura
7 Ottobre 2016 Stampa

siamo convinti che la fusione dei comuni di Gattatico, Sant'Ilario d'Enza e Campegine rappresenti una opportunità da cogliere

“Ormai da diversi anni le amministrazioni locali devono trovare con sempre maggiori difficoltà la quadratura di bilancio tra le scarse risorse ed il mantenimento del medesimo livello di servizi: è per questo che riteniamo siano maturi i tempi per saltare l’ostacolo. Ovvero, siamo convinti che la fusione dei comuni di Gattatico, Sant'Ilario d'Enza e Campegine rappresenti una opportunità da cogliere. Parafrasando Manzoni questa fusione s'ha da fare”.

Lapam Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Cna della Val d'Enza intervengono sul percorso di fusione in atto tra i tre comuni della Valle.

“Siamo convinti – riprendono le associazioni di Rete Imprese Italia – che si possano difendere e tutelare l’identità dei piccoli centri del nostro territorio e cogliere nel contempo quelle opportunità economiche e di crescita derivanti dalla fusione dei comuni, non fermandosi alla sola gestione associata di alcuni servizi. Solo amministrando aree più ampie unitariamente si ha la possibilità di incidere sulle politiche economiche e sociali con un peso non indifferente sullo scenario regionale. Ma sono soprattutto i vantaggi economici derivanti da un processo di riorganizzazione istituzionale, così come prospettato, a rendere l’opzione della fusione non più rinviabile: i contributi messi a disposizione dalla Regione e dallo Stato ammontano a circa 19 milioni e 500mila euro. Senza considerare il fatto che, per legge, i nuovi comuni avrebbero la precedenza sui bandi per i finanziamenti erogati dalla Regione”.

Queste alcune delle motivazioni che Cna, Confesercenti, Confcommercio e Lapam Confartigianato portano in favore della fusione. Ma c'è di più:

“In Val Samoggia i 5 comuni che nel 2014 hanno deciso di fondersi, iniziano a trarre i primi significativi benefici dalla scelta intrapresa; per effetto dei contributi ricevuti e alla possibilità di liberare risorse, per altro vincolate, è stato possibile mettere in campo investimenti, deliberare strumenti di gestione unitaria, realizzare nuove scuole, nonché attrarre investitori esteri”.

Le associazioni aderenti a Rete Imprese Italia concludono:

“La maggiore disponibilità di risorse economiche che arriverà in caso di fusione, però, dovrà essere utilizzata per riorganizzare, potenziare e migliorare i servizi in favore di cittadini e imprese; ridurre la pressione fiscale locale (tassa rifiuti, tassa occupazione, imposta pubblcità, IMU, Addizionale Irpef, ecc…). Pensiamo inoltre sia strategico ed indispensabile realizzare un progetto ampio per lo sviluppo e la promozione del territorio, attraverso un Patto per lo sviluppo, valutando insieme la connotazione e l’identità che vorremo dare al nostro territorio nei prossimi 20 anni. Tutto ciò incentivando e favorendo la voglia di fare impresa dei cittadini e conseguentemente incrementando l’occupazione”.

La fusione porterebbe ad una uniformità delle norme comunali sui tributi e sui pubblici esercizi sino ad arrivare all'ottimizzazione del personale di polizia per l'esercizio del controllo del territorio e del personale amministrativo.

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