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Decreto Trasparenza e nuove regole sul lavoro: “Rinviare l’entrata in vigore, penalizza le piccole imprese”

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5 Agosto 2022 Stampa

La nostra associazione chiede al Ministero del Lavoro di rinviare l’entrata in vigore delle nuove norme in materia di lavoro previste nel Decreto legislativo trasparenza. Vediamo perché.

Il provvedimento, che recepisce in Italia la direttiva Ue 2019/1152, impone agli imprenditori pesanti oneri informativi sui contenuti e le condizioni del contratto di lavoro da fornire ai dipendenti, ma soprattutto viene meno la possibilità, prevista dalle norme vigenti, di fornire alcune informazioni ai lavoratori facendo riferimento al contratto collettivo applicato.

Riteniamo si tratti di un passo indietro nel processo di semplificazione e si tradisce lo spirito della direttiva europea, introducendo una serie di complicazioni burocratiche non richieste dalla Ue. Inoltre tutto questo carico di adempimenti arriva in pieno agosto sulle spalle delle aziende, visto che il Decreto è in vigore dal 13 agosto per le nuove assunzioni, trovando altresì applicazione anche ai contratti già in corso al primo del mese.

Oltre a un termine più ampio per adeguarsi al decreto e a maggiori indicazioni sugli aspetti operativi della nuova disciplina, sarebbe opportuno ridurre l’impatto dei nuovi oneri a carico delle piccole imprese, ripristinando la possibilità di rinviare al contratto collettivo il reperimento delle informazioni riguardanti tutti gli aspetti del rapporto di lavoro che sono regolati proprio dalla contrattazione collettiva.

In altre parole occorre far sì che l’attuazione della direttiva non debba provocare l’introduzione di nuovi oneri per le imprese, poiché la trasparenza delle informazioni ai lavoratori può essere garantita con il richiamo alle disposizioni di legge e contrattuali.

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