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Chi lavora ai tempi dell’emergenza?

20 Marzo 2020 Stampa

In questi giorni siamo tutti affidati alla straordinaria qualità del personale medico e paramedico dei nostri ospedali: in Emilia-Romagna in 22 strutture di ricovero lavorano 7mila medici e 20mila infermieri, persone in prima linea nella guerra al coronavirus, lavorando senza sosta ed esposti al rischio di contagio.

Sono poi migliaia le attività che tengono vive il Paese e tra queste vi è una elevata presenza di micro e piccole imprese e di artigianato. Si va dall'autotrasporto che garantisce la logistica delle merci, all'autoriparazione; dalle imprese delle pulizie a quelle alimentari; dalle imprese dell'impiantistica elettrica, elettronica e termoidraulica, essenziali anche per l’assistenza alle strutture ospedaliere e per la predisposizione in corso dei nuovi reparti di terapia intensiva. E poi lavanderie, taxi e imprese di noleggio autovetture con conducente; imprese di riparazione di computer e apparecchiature per le comunicazioni (così strategiche per lo smart working). In prima linea nell’emergenza sanitaria figurano anche le imprese dei servizi di pompe funebri.

Le imprese attive a Modena

A Modena stiamo parlando di ben 7.755 imprese (il 10,7% del totale di quelle modenesi) e di queste ben 5.388 sono artigiane, una percentuale che sfiora il 70% (per la precisione il 69,5) e che rappresentano più di un quarto, il 26,5%, del totale delle imprese artigiane.  Mettendo il fuoco sull’artigianato queste 5.388 imprese sono costituite soprattutto da quelle di trasporto (1.182) e di installatori e idraulici (1.025), a seguire autoriparatori (931), industrie alimentari (513) e attività d pulizia e disinfestazione (421). Poi taxi e vetture con conducente (233), lavanderie (208), supporto ai trasporti (89), assistenza informatica (73) e pompe funebri (12). 

Le imprese attive a Reggio Emilia

A Reggio Emilia le imprese attive durante l'emergenza sono invece 4.960 (il 9,2% del totale di quelle reggiane) di cui 3.684 sono artigiane, una percentuale che sfiora i tre quarti (per la precisione il 73,5%) e che rappresentano quasi un quinto, il 19,8%, del totale delle imprese artigiane. Soprattutto installatori e idraulici (1.320) e attività di trasporto merci su strada (786), a seguire autoriparatori (667), industrie alimentari (350) e attività d pulizia e disinfestazione (200). Poi lavanderie (115), taxi e vetture con conducente (99), assistenza informatica (65), supporto ai trasporti (32) e pompe funebri (14). 

A queste attività su entrambe le province si aggiungono le imprese e i lavoratori dei settori di energia, acqua e raccolta rifiuti che, insieme con gli occupati della distribuzione commerciale, delle Tlc, dei servizi di informazione, delle edicole e del trasporto pubblico offrono il loro contributo in questa battaglia di primavera contro il Covid-19. Al mantenimento dei segni vitali del sistema economico contribuiscono anche alcune imprese del manifatturiero, delle costruzioni e dei servizi che ancora oggi, garantendo le necessarie condizioni di sicurezza, continuano ad operare se pure a ritmi ridotti.

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