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Abusivismo e concorrenza sleale

Secondo gli ultimi dati Istat sull’economia non osservata – riferiti all’anno 2019 – in Emilia-Romagna si contano 208 mila lavoratori irregolari. Questi equivalgono al 9,5% dei lavoratori complessivi presenti in regione, una quota inferiore alla media nazionale (12,6%). Inoltre si stima che il 3,9% del valore aggiunto della nostra regione venga generato attraverso l’impiego di lavoro irregolare.

Di questi lavoratori irregolari, 61.200 sono indipendenti non in regola – i cosiddetti abusivi – e costituiscono il 10,7% dei lavoratori indipendenti emiliano-romagnoli (imprenditori e autonomi). Dunque probabilmente un lavoratore indipendente su 10 è abusivo. Guardando invece alle nostre province si può stimare la presenza di 9.400 abusivi a Modena e 7.000 a Reggio Emilia.

I mestieri più esposti

Muratori, acconciatori ed estetisti, elettricisti, carrozzieri e elettrauto, imbianchini, idraulici, tassisti… Alla fine del 2021 sono 62.211 le imprese emiliano-romagnole che operano nei settori più sotto pressione per la concorrenza sleale da parte di abusivi. Queste attività hanno una forte vocazione artigiana: l’88,9% infatti sono imprese dell’artigianato (mentre nel totale economia il comparto artigiano costituisce poco meno di un terzo). Nella provincia di Modena le imprese dei settori più esposti all’abusivismo sono 9.686, di cui l’86,1% sono artigiane. A Reggio Emilia sono invece 8.994 e l’89,9% risulta artigiano.

Qui il commento del nostro Presidente Gilberto Luppi.

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