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Bilancio del Comune di Reggio Emilia. Lapam contraria

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19 Marzo 2020 Stampa

“Pensiamo che nel percorso di elaborazione delle politiche economiche del Comune di Reggio Emilia sia necessario dare maggiore ascolto alla ragioni e alle istanze proprie della piccole e media impresa, dell’artigianato e del commercio. Questo nella prima fase non è avvenuto e, a maggior ragione in un periodo così delicato come quello che stiamo vivendo tutti, non ci pare opportuno”.

Confartigianato Lapam di Reggio Emilia commenta così il percorso che sta portando all’approvazione del bilancio comunale del capoluogo:

“Per ora non si è tenuto conto in nessun modo delle istanze del mondo del lavoro autonomo. Andando nello specifico, ad esempio, a fronte di un aumento della spesa corrente si è proceduto a un aumento della tassazione. Siamo contrari all’aumento dell’addizionale comunale Irpef proposto dall’amministrazione – scandisce Lapam – così come della rivisitazione delle tariffe della Cosap. Inoltre non siamo d’accordo con l’imposta di soggiorno, non propriamente considerata tassa di scopo, per le stesse ragioni. Abbiamo letto di stanziamenti sia sul PUG che sul PUMS, ma in realtà la condivisione sulla progettualità con le associazioni non è ancora partito”.

Lapam Confartigianato prosegue:

“Il periodo è delicatissimo e parlare ora di aumenti di tassazione ci pare sbagliato, a fronte di un incremento della spesa corrente l’unica soluzione adottata è quella della leva fiscale. L’emergenza sanitaria creerà problemi alle imprese per diversi mesi a venire, ci pare un motivo ampiamente sufficiente per sospendere e rinviare ogni aumento fiscale e tributario. Le proposte? – si chiede l’associazione di categoria -. Proponiamo che i beni strumentali delle nostre aziende siano esclusi dal calcolo dell’IMU (come, del resto, promesso in campagna elettorale); inoltre chiediamo che venga creata un’unica cabina di regia relativamente al marketing territoriale, oggi sono troppi i soggetti del territorio che operano disperdendo risorse. Per quanto riguarda gli appalti, è necessaria una maggiore attenzione sul concetto della ‘filiera corta’, riconoscendo il ruolo fondamentale delle micro e piccole imprese del territorio come attori centrali per lo sviluppo economico. Infine resta sul tavolo il tema dei rifiuti: va accelerato il percorso di riequilibrio tra utenze domestiche e non domestiche e vanno escluse dal pagamento le aree destinate alla produzione di rifiuti speciali”.

La conclusione di Lapam Confartigianato è netta:

“Per il momento la nostra valutazione complessiva è estremamente negativa, nei limiti del possibile e visto il periodo attiveremo momenti di confronto con le nostre imprese per dare informazioni e ricevere sollecitazioni e proposte nel merito delle questioni. Ci aspettiamo una convocazione dall’amministrazione, sempre con le modalità possibili, per avere un confronto costruttivo”.

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