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Castelfranco: incontro con l’amministrazione comunale per discutere del Nuovo Codice degli appalti

28 Agosto 2018 Stampa

Per le micro e piccole imprese è difficile accedere agli appalti pubblici.

Questo è l’assunto, più volte ripreso negli articoli del Nuovo Codice degli appalti pubblici, da cui è scaturito il confronto tra i nostri rappresentanti e una delegazione di tecnici delle principali stazioni appaltanti di Castelfranco Emilia, dell’Unione del Sorbara e del Comune di S. Cesario, promosso dal Sindaco di Castelfranco Stefano Reggianini.

La nostra associazione, dopo oltre due anni dall’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti ritiene che uno degli obiettivi principali della legge sia praticamente disatteso.

Rimane critica la selezione dei contraenti per le procedure di gara negoziate, che sconta la mancata adozione degli elenchi fornitori, con conseguente ricorso, in alcuni casi, al sorteggio tra innumerevoli manifestazioni di interesse, e in altri, all’assenza di candidature: una sorta di “manifestazione di disinteresse”, che vanifica gli effetti di semplificazione, per cui il codice ha previsto il ricorso a tali procedure.

Anche i tecnici delle amministrazioni presenti, entrando nel merito, hanno denunciato difficoltà di applicazione a causa del vuoto legislativo dovuto alla mancata emanazione di gran parte dei decreti attuativi previsti.

Altro aspetto rilevato nel corso dell’incontro, è il ruolo svolto da ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) che alla funzione di vigilanza ha aggiunto quella di “legislatore supplente”, colmando di fatto il vuoto normativo che la “Soft Law” (decreti attuativi) sta determinando. Secondo Lapam tutto ciò costringe le stazioni appaltanti alla ricerca della procedura formalmente “perfetta”, a prescindere dall’esito esecutivo dell’appalto che, a volte, rimane una variabile indipendente.

Come agevolare l’accesso agli appalti pubblici

Il confronto è proseguito sull’opportunità di introdurre criteri di gara, che, prevedendo sistemi di certificazione non tarati sulle imprese micro (fino a 10 dipendenti) e piccole (fino a 50 dipendenti), rappresentano, di fatto, uno dei principali ostacoli alla valorizzazione del loro accesso al mercato degli appalti pubblici. Ad esempio, nel caso dei requisiti di tipo ambientale, si potrebbe valutare, in alternativa alle certificazioni, l’adozione di procedure semplificate di autovalutazione e autocontrollo.

L’associazione ha riproposto, ancora una volta, uno dei temi più rilevanti per l’accesso agli appalti delle micro e piccole imprese del territorio, ovvero la valorizzazione nei bandi, di principi come il “km 0” e la “filiera corta”, che permetterebbe alle imprese locali una maggior partecipazione alle gare. Su questo resta fermo l’impegno di Lapam per l’adozione di tali misure in sede legislativa.

In chiusura i tecnici dell’amministrazione presenti, hanno evidenziato come oggi vi sia anche la necessità di promuovere la “cultura digitale”, fondamentale per un efficace utilizzo degli strumenti informatici, come le piattaforme di mercato elettronico della pubblica amministrazione. Su questo punto vi è stata la piena condivisione della nostra associazione, da tempo impegnata nella formazione e nell’offerta di strumenti digitali a servizio delle micro e piccole imprese associate

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