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Imprese, professionisti ed enti alla prova del Nuovo Codice Appalti

30 Giugno 2023 Stampa

Una norma attesa, richiesta al governo italiano dalla Commissione Europea, e indispensabile per sbloccare risorse e cantieri del PNRR. Il nuovo Codice degli Appalti (D.Lgs n.36/2023) sarà a regime dal 1° luglio 2023. Per fare il punto sulle principali novità e discuterne con le imprese, la nostra associazione ha organizzato un convegno, lo scorso 27 giugno, in collaborazione con il Collegio Geometri di Reggio Emilia.

Presente anche il Comune di Reggio Emilia, con l’assessore ai lavori pubblici e alla legalità, Nicola Tria, che in apertura ha ricordato come, rispetto ad una norma complessa e articolata, è necessario evidenziare i vantaggi, come quelli previsti dalle nuove procedure semplificate, mantenendo l’attenzione sui rischi legati alle possibili infiltrazioni criminali.

Claudio Boccaletti, imprenditore edile e presidente di categoria, ha invece sottolineato come le norme sulla cosiddetta “reputazioni d’impresa” di prossima definizione da parte di ANAC (Autorità anticorruzione), non debbano diventare un ostacolo e un onere per l’accesso agli appalti per le micro e piccole imprese. 

Il confronto tra gli esperti sul Nuovo Codice Appalti

Protagonisti della tavola rotonda, moderata da Letizia Budri, referente sindacale Lapam, Alberto Prampolini, dirigente Servizio Appalti Comune di Reggio Emilia, Libero Bedogni, Coordinatore Commissione Edilizia, Urbanistica, Territorio del Collegio Geometri della Provincia di Reggio Emilia e l’avvocato Francesco Carnovale di ITACA, associazione che assiste giuridicamente la Conferenza Stato Regioni.

Prampolini si è soffermato sull’utilizzo delle procedure negoziate, ovvero delle gare d’invito, rispetto a cui l’impossibilità di procedere tramite sorteggio introdotto dal nuovo Codice, rende più attuale che mai il tema – da sempre caldeggiato da Lapam – di dotarsi di elenchi fornitori.

Il nuovo codice prevede infatti che per individuare le ditte da invitare negli appalti di lavori da 150mila euro al milione e dal milione alla soglia comunitaria (5,3 milioni di euro), è possibile optare per la manifestazione d’interesse aperta a tutti, oppure procedere con la selezione delle imprese da elenco fornitori istituito presso la stazione appaltante. Un modello che permette di superare quindi reiterate indagini di mercato e richieste di manifestazioni di interesse.

I relatori hanno poi evidenziata la problematicità legata all’utilizzo dell’avvalimento non più come solo prestito di requisiti da un’impresa all’altra per la qualificazione in gara, ma anche per l’acquisizione di un maggiore punteggio nell’offerta tecnica delle gare bandite seconda il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.

Bedogni ha posto l’attenzione sul tema del progetto che in questo nuovo codice vede una importante modifica con l’eliminazione del progetto definitivo, ciò dovrà comportare maggior accuratezza nel primo livello di progettazione, ovvero della fattibilità tecnico economica. Questo anche alla luce della reintroduzione dell’appalto integrato che prevede la messa a gara della progettazione ed esecuzione delle opere.

Infine sul rischio di irregolarità nei cantieri, l’avvocato Francesco Carnovale, ha evidenziato l’irrisolta questione dei subcontratti, come ad esempio quelli sotto la soglia dei 100mila euro o del 2% della prestazione affidata. Se infatti i subappalti, nella loro nuova formulazione cosiddetta a cascata, continuano a prevedere il regime di controlli previsti dalla relativa autorizzazione, ciò che continua a non configurarsi come subappalto e quindi soggetto alla sola comunicazione, non è oggetto di verifiche sufficientemente stringenti ad escludere infiltrazioni da parte della criminalità organizzata.

Infine il presidente del Collegio Geometri, Francesco Spallanzani, ha rimarcato in chiusura l’importanza della sinergia tra associazione datoriale, rete tecnica delle professioni e stazione appaltanti.

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