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Nucleo: una casa sostenibile per le sfide del futuro

4 minuti di lettura
18 Dicembre 2018 Stampa

 Ecocompatible, antisismico, riciclabile, bello da guardare e da vivere. Il Nucleo presentato da Age alla Settimana della Bioarchitettura promette di rivoluzionare il concetto di abitazione seguendo i dettami della sostenibilità ambientale e dell'autonomia energetica. Abbiamo intervistato il suo creatore, l'ingegner Franco Guagliumi.

Ingegner Guagliumi cos'è Nucleo: il modulo abitativo che la sua impresa, AGE ha presentato alla Settimana della bioarchitettura e Sostenibilità lo scorso 14 novembre?
«Il “Nucleo” è un’abitazione completamente autonoma e scollegata dalle normali reti tecniche quali: elettricità, gas, acquedotto, fognatura, l’energia e il fabbisogno idrico viene autoprodotto con tecnologia esistente e convenzionale, la gestione delle risorse è integrata nella componente domotica che provvede alle necessità tecniche della struttura. Il benessere ed il comfort sono al centro del progetto con particolare riferimento alla vivibilità degli ambienti ed alle loro prestazioni bioclimatiche. Tecnologie tradizionali e i principi della architettura bioclimatica garantiscono l’efficienza energetica del costruito; gli spazi, la serra, il tetto verde e il giardino contribuiscono al piacere dell’abitare».

Autonomia e indipendenza dunque. Affascinante. Ma tutta questa tecnologia non rischia di essere eccessivamente complessa per un utente medio?
«La base da cui abbiamo tratto ispirazione per il progetto è un'abitazione che non impattasse in modo sensibile sull’ambiente e per fare questo abbiamo optato per materiali classici, durevoli, ecosostenibili, e soprattutto con poche richieste di manutenzione. L’impiantistica che gioca un ruolo determinante nel complesso, è commerciale, di normale utilizzo nella componente tecnica di realizzazione di impianti automatici e ci ha permesso, con l’introduzione della domotica a 360 gradi, di controllare o meglio di definire un rapporto stretto tra risorse e comfort permettendo un notevole risparmio energetico a fronte di servizi offerti all’ospite dell’immobile molto performanti. La svolta è spostare l’attenzione dal risparmio energetico fine a se stesso alla gestione della risorsa finita, avere delle risorse “finite” non infinite come nel caso dell’erogazione pubblica implica la necessità di essere coscienti dei propri consumi proponendo comportamenti perfettamente in linea con il risparmio energetico e il rispetto per l’ambiente. L’abitazione si auto equalizza, sente la disponibilità di energia e la convoglia dove la necessità è principale, nessuno all’interno del “Nucleo” deve fare niente, si vive semplicemente coccolati dal comfort a costo zero».

Ma lei vive all'interno di Nucleo?!
«Sì, ho progettato e realizzato il “Nucleo” per poter fare un’esperienza di vita slegata dal consumo illimitato e non giustificato delle risorse non rinnovabili, io vivo con la mia famiglia all’interno del “Nucleo” e apprezzo giorno per giorno il motivo essenziale del progetto, non sottrarre risorse al prossimo. Sperimentando di persona ed investendo tempo e denaro nel progetto si sono manifestate tutte le certezze e difficoltà che hanno permesso la riuscita dell’impresa, “sentire” la casa come utilizzatore è stato essenziale per provare in modo pieno le sensazioni che si generano all’interno».

Ha presentato quest'opera, mercoledì 14 novembre, nella giornata dedicata alle città del futuro, insieme al grattacielo di Intesa San Paolo e al nuovissimo sito produttivo di Philip Morris a Bologna. Quali pensa potrebbero essere le sue prospettive ora?
«Il “Nucleo” è l’espressione della nostra capacità di costruire abitazioni che non impattano con l’ambiente e le costruzioni che abbiamo realizzato post terremoto sono simili ancorché collegate alle reti pubbliche . Sensibilizzare verso comportamenti consoni al rispetto dell’ambiente che ci ospita e progettare edifici che non consumano e non inquinano pur mantenendo un altissimo livello di comfort e fruibilità degli spazi è diventato per noi irrinunciabile. L’impronta “digitale” che lasciamo al nostro passaggio è composta anche di piccoli momenti in cui sappiamo di essere presenti come protagonisti e non solo come ospiti di questa società; Le persone che sono state al “Nucleo” hanno toccato con mano la possibile condizione di leggerezza che si può avere per l’ambiente senza per questo privarci di tutti i comfort».

 

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